Mio caro Renato, tutte le tue cose mi sembrano di continuo crescere in vigore e in bellezza. Anche questi due suggelli elefantiaci son così vivi di movimento che contraddicono alla inerzia della ceralacca custode di segreti vani. Credevo che, con Gian Carlo Maroni, tu avessi già preso tutte le misure, per il bronzo della Vittoria. Non ho potuto vederlo, oggi.
[...] I disegnetti de’ nuovi suggelli sono ottimi. I «Tondi» mi piacciono tanto che desidero collocarli nel Vittoriale. Ma quali sono le dimensioni? Per oggi, non posso mandarti se non queste cinquemila lire. Ma verso il 10 ti manderò una somma molto più rotonda. La Turca dov’è? Non ho nessuna notizia. Se la vedi, abbracciala per me, ma con compunzione eunuca. Ti scrivo in fretta. Ti abbraccio, tranquam frater. Il tuo Gabriele d’Annunzio Vorrei che la tartaruga fosse veloce come una gazzella. Fremo 4 febbr. 1926
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*Lettera di Gabriele d'Annunzio a Renato Brozzi. - [Gardone Riviera], 4 febbraio 1926. - 3 cc. ms. a penna + 1 busta. ((Carta intestata con il motto “Io ho quel che ho donato”. La busta reca l’intestazione “Urgente / A Renato Brozzi / Roma / (Dal Comandante)” e, nel verso, 2 sigilli in ceralacca con divisa “Suis Viribus Pollens” ed elefante guerriero.